Il ‘filtro’ di eterna giovinezza

Lo ha sottolineato nei mesi scorsi anche il Financial Times: in tempi di pandemia, gli europei non rinunciano alla medicina estetica. Anzi. Sarà perché le videochiamate hanno acceso i riflettori sui nostri volti (e sulle nostre imperfezioni), o perché abbiamo voglia di investire su noi stessi visto che non possiamo fare molto altro, fatto sta che nell’ultimo anno le richieste di trattamenti non invasivi per “rinfrescare” il proprio aspetto sono quadruplicati. E, sempre più spesso, i pazienti richiedono trattamenti che, senza stravolgere i lineamenti, diano al viso la luminosità e levigatezza dei “filtri” delle loro app.

Preservare la salute e la vitalità della pelle, recuperare il tono e l’irrorazione dei tessuti più profondi, stimolare il rinnovamento cellulare: la nuova frontiera delle cure di bellezza, si chiama (p)re-juvenation. Ovvero prevenzione dell’invecchiamento, ma anche un vero e proprio filter effect.

In pratica, si tratta di procedure medicali che puntano a battere sul tempo le rughe (e non solo) con uno slogan ben preciso: less is more, meno è meglio. La filosofia,  infatti, è puntare su tante piccole azioni, spesso combinate tra loro. Si va dalla skincare con prodotti mirati e di qualità alla ginnastica facciale, dall’ossigeno-ozono alla carbossiterapia, dalle biorivitalizzazioni ai peeling, dal botox – rigorosamente in versione baby e micro – all’integrazione di vitamine per infusione venosa o tramite microiniezioni nelle aree interessate.

Ma non finisce qui. Perché la vera protagonista della pre-juvenation è la medicina rigenerativa, quella che per esempio sfrutta anche le cellule staminali. “Il top è il Seffiller, il cui segreto sono le cellule mesenchimali, contenute nel tessuto adiposo del paziente” spiega il Dott. Alessandro Gennai, direttore scientifico del Privamedis Stem Cell Institute a Miami Beach e collaboratore dello Studio Marcucci Milano. “Vengono prelevate e poi utilizzate per ridare volume ai lineamenti del viso e farlo apparire subito più fresco, luminoso e riposato. Non si va quindi a correggere chirurgicamente, ma si lavora sulla salute dei tessuti. E’ un metodo indolore e davvero efficace. Dura pochi minuti e gli effetti si vedono già dopo 24 ore, arrivando al massimo dopo 2-4 mesi. In genere, si fanno dai 2 ai 4 trattamenti nell’arco di un anno ”. 

Quindi, se pensate che la medicina estetica e rigenerativa siano roba ‘da signore’, vi sbagliate di grosso: i trentenni di oggi – uomini e donne – sono molto attenti alla pre-juvenation e anche la Generazione Z, quella nata alla fine degli Anni Novanta, ne parla sempre più spesso sui social. Tanto che, secondo gli esperti, entro il 2030 il mercato della medicina rigenerativa diventerà un business da ben 85 miliardi di dollari e la dermatologia estetica è sempre più orientata a “prevenire piuttosto che curare”. Allora, che cosa aspettate a provarla?

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